Roma, Piazza del Popolo. 14 dicembre 2010.

 

In piazza studenti, lavoratori, precari, da Terzigno (emergenza rifiuti), dall’Aquila (terremotata), si conteranno circa un’ottantina d’autobus provenienti da tutt’Italia. Il motto ”uniti contro la crisi”.  

Al senato e alla camera si vota di nuovo la fiducia al quarto governo Berlusconi, questa volta potrebbe non avere i numeri per continuare a governare.
Il ”rubygate” che ha visto il presidente del consiglio protagonista nei media di tutto il mondo accusato di prostituzione minorile e concussione; forse comincia ad essere troppo per lo stesso paese del papa..
Comincia così lo sgretolamento dell’impero costruito con minuzia da decenni.

Anche altre città hanno organizzato manifestazioni di protesta lo stesso giorno. A Cagliari Milano e Palermo bloccano temporaneamente i binari ferroviari, a Genova e Napoli occupato il rettorato, a Bari due cortei paralizzano il traffico, come a Catania,Venezia Padova Vicenza, Bologna, Trieste..

A Roma sono tre i cortei. Uno di questi passa insolitamente in silenzio difronte all’altare della patria e quando arriva la notizia della conferma della fiducia la reazione nelle strade è feroce e si scatena il finimondo come la città non ricordava da decenni.
Assaltati la sede della protezione civile, disordini vicino a palazzo Grazioli (dimora romana del presidente del consiglio), danneggiamenti alle banche, auto e mezzi per la raccolta dei rifiuti in fiamme; guerriglia nel centro di roma fino a via del corso.
Alla fine i manifestanti arrivano a Piazza del Popolo dove fronteggiano per diverso tempo le forze dell’ordine che non riescono ad entrare nella piazza. Una camionetta della guardia di finanza viene data alle fiamme ed un’agente estrae la pistola per fortuna senza conseguenze.

foto di Giordano Pennisi